venerdì

L'ideale Cavalleresco e L'ideale Cortese


valori fondamentali del mondo cavalleresco possono essere considerati:
  • la prodezza, vale a dire il valore nell’esercizio delle armi, il coraggio e lo sprezzo del pericolo;
  • la sete di gloria e il senso dell’onore, da tutelare ad ogni costo e con ogni mezzo;
  • la lealtà, il rispetto dell’avversario e del codice minuzioso che regola il combattimento;
  • la generosità con i vinti;
  • il rispetto della parola data;
  • la fedeltà al signore o al sovrano.
Un altro principio basilare proposto dalla visione cavalleresca è che la vera nobiltà è quella dell’animo, non quella esteriore, dalla nascita e del tenore di vita, un presupposto destinato ad avere grandi sviluppi in seguito, nella civiltà comunale italiana, che insisterà sul valore della “gentilezza” come dato naturale della persona.

Nell’Alto Medio Evo, fino al secolo XI, la cultura è monopolio della Chiesa e la figura dell’intellettuale si identifica con quella del chierico e la sua lingua esclusiva è il latino. La maggioranza della popolazione tuttavia non è più in grado di comprendere il latino, ma impiega altre parlate (i cosiddetti “volgari”) confinate ad un uso solo orale e destinate alle finalità pratiche quotidiane. Perché si passi a usare il volgare anche per scopi culturali, e in particolare letterari, occorrono due condizioni: che un nuovo gruppo sociale, “laico“, abbastanza forte e fornito di una chiara coscienza di sé, senta il bisogno di esprimere la propria visione della vita e i propri valori; che ci sia un pubblico “laico”, di lingua esclusivamente volgare, che proponga una domanda di opere letterarie.
Nei paesi dell’area linguistica romanza queste condizioni si verificano storicamente per la prima volta in territorio francese verso la fine dell’XI secolo.
In Francia è infatti particolarmente sviluppata e forte la società feudale e il ceto dominante è composto da un’aristocrazia di origine guerriera, ma questa con il passare del tempo si dimostra insufficiente per sopperire ai bisogni di continue guerre. Il vecchio ceto feudale viene perciò lentamente affiancato nel controllo dei territori dalla cavalleria, la parte più importante degli eserciti, costituita dai soldati a cavallo. Entrano a far parte di questa nuova classe militare i figli non primogeniti dell’antica classe nobiliare, esclusi dalla successione ereditaria dei feudi, e gli appartenenti agli strati inferiori della nobiltà, che non avevano mai posseduto dei feudi o li avevano perduti.
E’ per opera di questo ceto che si forma l’ideale cavalleresco, repertorio dei valori e dei modelli di vita e comportamento che saranno cantati nella letteratura dell’area linguistica romanza.
valori fondamentali del mondo cavalleresco possono essere considerati:

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