Secondo alcuni il nome cervone deriva dal fatto che i pastori che lo vedevano durante la muta scambiavano la pelle secca della testa per delle corna. Per altri il nome è dovuto alle piccole escrescenze presenti sul capo. Per altri ancora le corna sono virtuali ed indicano la nobiltà di questo serpente, tra i più grandi d'Europa.
È anche chiamato pasturavacche, in quanto la credenza popolare voleva che fosse attirato dal latte delle vacche e delle capre al pascolo, e che per procurarselo si attaccasse alle mammelle degli animali, o addirittura lo leccasse dalle labbra sporche dei lattanti.
A Cocullo (AQ) il cervone è il protagonista durante i festeggiamenti per San Domenico, in tale occasione la statua del santo viene portata in processione ricoperta di serpenti. La tradizione trae origine dell'antica venerazione dei Marsi per la dea Angizia, al cui culto erano associati i serpenti.
Nel Salento questo serpente si chiama sacàra[6] ed è protagonista di molte credenze e leggende legate alla cultura contadina. Si crede ad esempio che questo rettile raggiunga un'età molto avanzata, anche secolare, e che subisca una metamorfosi una volta invecchiato. Questa consiste nella comparsa di un corno sul muso e di piume sulla sommità del capo. Si racconta inoltre che acquisisca la capacità di emettere suoni gutturali simili al chiocciare delle galline.
Sulla Sila calabrese nell'ottobre del 2008 fu rinvenuto un giovane cervone completamente albino. Tale rinvenimento, ampiamente documentato da Gianluca Congi, è attualmente l'unico caso noto conosciuto in Italia e nel resto dei paesi dove la specie è diffusa. In Bulgaria, nel 1975, ci fu una documentazione di albinismo, in quella che oggi è considerata come Elaphe sauromates, giacché dal 2001 è stata separata come specie da E.quatuorlineata. Dunque, non sono noti casi di cervoni albini, chiaramente documentati, oltre a quello calabrese[7][8]
Un Cervone delle dimensioni di circa 2 metri e 70 centimetri, venne trovato in campagna da un contadino, a Roccanova in provincia di Potenza nell'estate del 2017[9].
Riproduzione
Gli accoppiamenti (che durano dalle 3 alle 5 ore) hanno luogo in genere in aprile e giugno. Dopo circa 40-50 giorni la femmina depone alla base di arbusti, o in buche nel terreno, o nei muretti a secco o in fenditure della roccia, 3-18 uova con guscio biancastro e molle che si indurisce leggermente a contatto con l'aria. Talvolta la femmina protegge le uova tra le spire del suo corpo per 3-5 giorni, altre volte le ricopre con la sua exuvia. Dopo circa 45-60 giorni dalle uova escono i piccoli, lunghi dai 30 ai 40 cm che mutano nell'arco dei primi 7 giorni.
Nei primi 2-3 anni l'accrescimento corporeo è molto veloce e i cervoni mutano in media una volta al mese (in estate anche due volte al mese), dal 4º anno la velocità di crescita diminuisce bruscamente e gli adulti mutano in media 2-3 volte l'anno.
In cattività può vivere oltre 20 anni.
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